La Blockchain è la vera e grande novità introdotta, con bitcoin, da Satoshi Nakamoto, ed abbiamo appena visto che è il registro contabile in cui vengono memorizzate tutte le transazioni in bitcoins.
Tale registro è “condiviso” (o “diffuso”) sulla sua rete peer to peer. In altre parole ogni nodo della rete Bitcoin ne memorizza una copia identica e sempre aggiornata. Attualmente la rete vanta circa 50.000 nodi e quindi la Blockchain è “clonata” e salvata su 50.000 memorie di pc e servers diversi sparsi nel mondo! NB: chiunque abbia un pc collegato ad internet può, scaricandosi un programmino, essere anche Lui un nodo della rete Bitcoin e quindi divenire il custode di una copia della Blockchain. E’ stimato che ci siano circa 40.000 nodi di “privati”, mentre gli altri 10.000 nodi sono costituiti dai miners (e questi sono puntualmente censibili), e così si arriva alla stima di 50.000 nodi complessivi della rete.
Tale registro, inoltre, è pubblico. In altre parole la Blockchain è interrogabile da chiunque da casa con un pc collegato ad internet – se vuoi fare subito una prova di ciò, segui le istruzioni dell’ultimo paragrafo di questo articolo: anonimato_di_bitcoin
Riassumendo la Blockchain è:
- il registro contabile di Bitcoin
- è un registro condiviso (e memorizzato su 50.000 nodi sparsi nel mondo)
- è un registro pubblico
Ora vedremo e dimostreremo che è anche:
- un’eccellente strumento per la marcatura temporale di dati digitali
- un file immodificabile
- un file sicuro ed “eterno”
E vedremo come grazie a queste qualità, unite al lavoro dei miners, la Blockchain sia riuscita per la prima volta nella storia dell’informatica a risolvere il problema del “double spending” che aveva assillato per decenni gli sviluppatori.
Infatti nel mondo digitale la duplicazione dei dati è la normalità: sappiamo tutti quanto sia facile, con un “copia e incolla”, duplicare a piacimento qualsiasi dato o file digitale. Va da sè che una moneta digitale, se duplicabile a piacimento dal suo possesore, non potrebbe avere alcun valore perché non sarebbe più un “bene scarso”.
Quindi per evitare il double spending (la possibilità che un utente spenda più volte la stessa moneta) i sistemi monetari digitali, fin’ora, erano necessariamente centralizzati, ovvero le transazioni erano registrate sul server privato di un intermediario/fiduciario che garantiva la corretta gestione dei flussi. In sostanza se io sul mio conto corrente ho 10 euro e tento di fare 2 bonifici da 10 euro la banca mi blocca il secondo bonifico (e tutti i successivi…).
La Blockchain “evidenzia” immediatamente ai miners l’eventuale duplicazione dei dati che memorizza e quindi, vedremo come, impedisce che ciò accada. In sostanza la Blockchain riesce autonomamente, e cioè senza bisogno di un garante, a rendere un dato digitale “scarso” permettendogli quindi di avere un valore.
QUINDI LA BLOCKCHAIN HA IL GROSSO MERITO DI AVER RESO POSSIBILE CHE UN SISTEMA MONETARIO DIGITALE POSSA ESSERE GESTITO ANCHE IN MODO DECENTRALIZZATO.
Nel paragrafo successivo vedremo come la Blockchain applica la “marca temporale” ai dati che memorizza: